Inserimento alla scuola dell’Infanzia

Spread the love

 

In vista dell’ingresso alla scuola materna, è importante prevedere un ambientamento a tappe. Prima di cominciare, è bene che il bambino, se non ha frequentato il nido, abbia modo di sperimentare qualche breve separazione dai genitori. È anche importante dargli la possibilità di incontrare qualche coetaneo, per fargli prendere confidenza con gli altri bambini. Oggi si può restare accanto al bambino non solo nei primi giorni, ma anche in quelli successivi, fino a quando il piccolo non si senta pienamente sicuro; molte scuole materne, infatti, hanno ritagliato spazi in cui i genitori possono sentirsi a loro agio mentre guardano il bambino a distanza. Dopo 3-4 giorni, se tutto va bene, si può cominciare ad allontanarsi.

Così lasciarsi al mattino è meno difficile

Se il bambino non vuole andare alla scuola materna, mostrate di capire le sue ragioni. Vedendo che tenete in considerazione i suoi sentimenti, lo ascoltate e lo comprendete, le sue resistenze si scioglieranno più in fretta.
Fategli capire che anche voi siete dispiaciuti di non poter stare con lui. “Anche a me dispiace non vederti più tutto il giorno. Però sono contenta perché andrai a stare in un posto bellissimo, dove ci sono tanti bambini come te, tanti giochi…”.
Per congedarvi, stabilite un piccolo rituale rassicurante, da ripetere ogni giorni. Se nel momento in cui ve ne andate il piccolo è abituato a seguire un rituale, imparerà ad anticipare, prima del distacco, una serie di azioni abitudinarie che lo rassicurano e che gli danno gioia. Per esempio, il bambino sta due minuti in braccio alla mamma, poi la accompagna alla porta, fa ciao con la manina, prende in consegna un suo oggetto con la promessa di restituirglielo al ritorno. Per rassicurarlo potete anche concordare una serie di cose da fare al momento del ricongiungimento: “Quando torno andiamo a comprare gli gnocchi”.
Non cercate pretesti e non inventate bugie per allontanarvi. Se approfittate del momento in cui il bambino è distratto per sgusciare fuori dalla porta, quando si accorgerà della vostra assenza si abbandonerà a un pianto sconsolato. Potreste pregiudicare la fiducia che ripone in voi, perché si sentirebbe tradito e la prossima volta piangerà ancora di più. Non solo: se vede che i genitori possono dileguarsi da un momento all’altro senza che lui possa accorgersene, vorrà rimanere ancora più attaccato a loro per evitare che scompaiano e diventerà appiccicoso. Prendetevi quindi l’impegno di salutare sempre il bambino quando lo lasciate. Se è agitato, coccolatelo e parlategli con dolcezza, senza fretta e rassicuratelo con la promessa di tornare presto. Spiegategli che andate via per un periodo di tempo più o meno lungo e che poi tornerete da lui.
Quindi, senza alcun tentennamento andatevene anche se piange. In molti casi il suo pianto si calma dopo pochi minuti. Prolungare oltre i termini della ragionevolezza i riti del congedo non serve a evitare i pianti. Anzi, al contrario, in genere li accentua e infonde nel piccolo la convinzione che non siete sicuri di quello che state facendo.
Andatevene, senza ulteriori discussioni né sensi di colpa. Con la stessa dolce fermezza che utilizzate quando gli togliete di mano i fiammiferi.
Niente incertezze, sbuffi o paragoni, please!

Non trasmettete al bambino i vostri dubbi: se sarete intimamente convinti della vostra scelta, anche il bambino lo sarà.
Non insistete sul fatto che ormai è diventato grande: non ditegli che dovrebbe ambientarsi senza problemi. Non si sentirebbe compreso e rifiuterebbe la scuola materna. Quando torna a casa, se rivuole il succhiotto e ricomincia a bagnare il letto non rimproveratelo. Sono momenti di regressione passeggeri che segnalano che, comunque, qualcosa si è mosso: il bambino sta facendo uno sforzo per crescere.
Non fate ricatti: “Se vai alla scuola materna senza piangere, stasera ti compro un gioco”. Il bambino penserà che avete qualcosa da farvi perdonare o che l’andare alla scuola materna sia una cosa brutta da compensare con qualcosa di bello.
Non fatevi ricattare: se il bambino vi dice “Sei brutta, e cattiva, non sei più la mia mamma”, non fatevi prendere dai sensi di colpa. Sta solo cercando di vedere se la decisione di mandarlo alla scuola materna è irrevocabile. Su questo punto dovete mostrarvi particolarmente fermi: “Non voglio che tu ti rivolga a me in questo modo. Sai che ti mando alla scuola materna non perché non ti voglio più bene, ma perché te ne voglio tanto e desidero che tu faccia questa bellissima esperienza insieme agli altri bambini”.
Evitate i confronti con gli altri bambini. Fargli notare che gli altri hanno meno difficoltà di lui lo farebbe sentire ancora più solo con il suo problema.
Non rimproveratelo: se piange oppure protesta, dimostrategli vicinanza e comprensione. Non rispondete con stizza o impazienza, ma fategli vedere che lo capite senza frasi che negano quanto lui prova. In tal caso la sua paura di essere abbandonato aumenterebbe. Deve invece sentire che accettate e comprendete il suo stato d’animo: “So che ti dispiace che io vada. Anche a me dispiace tanto, ma poi quando torno giochiamo insieme”. Traducendo i suoi sentimenti in parole, si dà un nome al suo disagio, lo si proietta all’esterno e in un certo senso, lo si aiuta a liberarsene.
E la sera, quando passate a prenderlo…

Non chiedete alla maestra se il bimbo ha fatto il bravo: la fareste apparire come una sorvegliante. Inoltre insinuereste nel bambino il dubbio che il suo rapporto con la mamma possa incrinarsi in seguito al giudizio dell’educatrice.
Non subissatelo di domande: lasciate che sia lui a scegliere se raccontare o meno la propria giornata. In genere i primi tempi il bambino ha più voglia di ritrovare le certezze lasciate che di raccontare le proprie esperienze.
Evitate le domande che lasciano trasparire la vostra ansia: “Hai mangiato abbastanza?”, “Hai sentito la mia mancanza?”. Se il bambino ha un problema, sarà lui a parlarne.
Evitate frasi come: “Allora, quanti amici ti sei fatto?”, “Hai imparato delle nuove canzoncine?”. Ne ricaverebbe la sensazione che alla scuola materna si debba per forza arrivare a dei risultati e si sentirebbe in ansia.
Per favorire l’inserimento

Quando possibile, invitate i nuovi compagni a giocare, ai giardini o a casa vostra. La scuola materna non diventa così una realtà chiusa, ma un’occasione per fare amicizie, che si prolungano anche fuori. Il bambino vi andrà più volentieri se sa che lì incontrerà l’amico con cui ha giocato il giorno prima ai giardinetti.
Lasciate che nel cestino porti tutto quello che vuole: macchinine, bambole, peluche, album, collanine. È il suo pezzetto di casa che lo accompagna: serve a creare una continuità affettiva tra il vecchio e il nuovo ambiente.
Mostrate di aver fiducia nella maestra e di far riferimento a lei per tante cose. In tal modo il bambino comincerà a vedere la maestra di buon occhio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *